Sugli spalti merlati della vita
Scrutando inquieti il dispiegarsi degli anni
Come nemici che tengano d’assedio
La fortezza che difende il nostro esistere
Ma il lento accerchiamento che ci stringe
Non trattiene lo sguardo dal fuggire
Via dalle macchine d’assedio, dalle grida
Delle truppe nemiche, di là dagli incantesimi
Che offuscano di fuoco l’orizzonte
Oltre le nostre paure e ben distante dai timori
Tremolante nell’aria come una visione
Ma limpido e concreto come immenso cristallo
Sfaccettato da un mastro intagliatore
S’incurva l’oceano in esultanza di azzurro
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