Frontespizio dell'opera |
Noi tutti, frequentatori dei poggi pratesi - iscritti e non al Club Alpino Italiano - siamo abituati a pensare a Emilio Bertini come al precursore dei moderni escursionisti che percorrono i nostri sentieri, che già nell'Ottocento prefigurò gli sviluppi del "turismo a piedi" alla scoperta delle meraviglie della natura che ci circonda.
In realtà il peraltro benemerito Bertini era solo un continuatore - seppure di notevole livello - di una tradizione di riscoperta della natura e del territorio toscano di impronta "scientifica" che si era avviata già alla fine del Settecento come effetto collaterale del Secolo dei Lumi e della Rivoluzione Francese che ne era scaturita.
Uno dei precursori di Emilio Bertini fu un carrarese, Emanuele Repetti, che nacque, terzo di dieci figli, il 3 ottobre 1776 a Carrara da Giovanni Battista - ligure originario di Chiavari - e Anna Maggini. Personaggio dai molteplici interessi fece "per campare", diremmo oggi, il farmacista. A Firenze, ovviamente, ché nella sua Carrara non c'erano sbocchi per un ingegno come il suo.
Oltre che preparare farmaci e medicamenti, Emanuele Repetti si interessava moltissimo di viaggi e geografia, tanto da pensare fin da giovane, sull'esempio degli Enciclopedisti francesi, a una sorta di Dizionario che raccogliesse tutte le notizie interessanti e anche utili della Toscana in cui viveva: e per cominciare decise di fare una prova, scrivendo dei luoghi che conosceva maggiormente. Ovvero dei monti sopra la sua Carrara, le "dirupate balze" delle Alpi Apuane.
Ritratto di Emanuele Repetti |
L'operetta si intitolava "Sopra l'Alpe Apuana ed i marmi di Carrara: cenni di Emanuele Repetti" e fu stampata a Fiesole nel 1820, più di duecento anni fa. Ne cito un passo rivelatore:
"La profondità di quelle gole, che si succedono quasi parallele le une alle altre offre all'immaginazione l'idea di un mare tempestoso, i cui flutti sollevati rimasero impietriti. A proporzione che si discende, le pendici veggonsi coperte da una sottile crosta di marna proveniente dalla decomposizione di quella massa calcarea. Ivi principiano a trovare alimento faggi, carpini, ontani, cerri, querci etc., e nella regione inferiore selve rigogliose di castagni, quali somministrano a quelle frugali borgate il vitto per una parte dell'anno".
Il libro ricevette favorevoli recensioni sia dagli scienziati italiani che stranieri, e fu di fatto la prima opera a descrivere abbastanza compiutamente il mondo apuano, a partire dalla sua geologia e morfologia per proseguire con la sua peculiare industria marmifera ed estrattiva senza dimenticare le radici storiche dei territori. Una (quasi) guida turistica ante litteram...
Per chi volesse saperne di più - e grazie a Google - il libro è leggibile sul web liberamente e lo trovate gratuitamente qui
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