Panorama dal crinale che porta a Lòzzole |
Nel mondo sovraffollato in cui ci troviamo oggi a vivere continuano ad esistere ampie zone di solitudine, spazi in cui l'uomo e le sue attività sembrano quasi del tutto assenti. La popolazione della Toscana è infatti per la maggior parte concentrata in una stretta fascia tra Firenze e Livorno; su poco più dell'8% del territorio vive il 70% dei toscani, mentre il resto della regione appare relativamente poco abitato.
In molti ambiti, soprattutto in Appennino, sembra addirittura che la natura prevalga. I boschi coprono ogni cosa con una vasta, compatta e intricata coltre di alberi che si stende per valli e crinali fino all'orizzonte. Quello che molti dei contemporanei non sanno è che questa situazione di prevalenza del bosco - quasi il 50% della Toscana è attualmente coperto di foreste - è una paradossale conseguenza dell'industrializzazione e della disponibilità di combustibili fossili e materie plastiche.
In altre parole, un effetto della modernità; luoghi che un tempo erano popolati, coltivati, vissuti, oggi sono ridiventati selvatici perché i loro abitanti sono fuggiti da un'esistenza faticosa e misera - seppure più a contatto con la natura della nostra - per trasferirsi a lavorare e a vivere in città dove trovavano le case con i servizi, la luce elettrica, le auto, nuove opportunità di lavoro e di reddito.
La chiesa di San Bartolomeo a Lòzzole |
Su queste pendici scoscese vissero per secoli centinaia di persone, sostentandosi con un po' di agricoltura, col taglio dei boschi e la coltivazione del castagno e con la pastorizia. Era un'economia di sussistenza, perché le famiglie erano quasi tutte mezzadre di grandi proprietari che possedevano ampi appezzamenti di terreni montani. Ciò nonostante, ancora alla fine della Seconda Guerra Mondiale a Lòzzole vivevano 22 famiglie, poco meno di 300 persone.
Il crinale che porta a Lòzzole, tra il bacino del Senio e quello del Lamone |
Il focolare a casa Le Spiagge, oggi |
Cà del Cigno sta dall'altra parte del vallone delle Fogare, solo a qualche chilometro in linea d'aria dalla chiesa di Lòzzole. Diversi giorni dopo, quando i compaesani, allarmati dal fatto di non vedere più fumare il camino, decisero di organizzare i soccorsi e con gran fatica raggiunsero la casa scavandosi la strada nella neve, trovarono i tre fratellini morti di freddo, stretti in un ultimo disperato abbraccio; solo la ciuca era ancora viva, sopravvissuta cibandosi dell’impagliatura delle sedie e della farina di marroni raccolta in una madia. I genitori ed il garzone furono invece ritrovati, sepolti dalla neve, solo il giorno 21.
Canonica e chiesa di San Bartolomeo |
Ma Lòzzole fu in passato anche un luogo di relativa ricchezza, se non altro in confronto alle zone circostanti. Dal valico della Colla, infatti, transitò per diversi secoli una delle molte "vie del grano e del Sale" che dalle saline di Cervia portava alle città del Centro Italia. E proprio i diritti di transito riscossi sulle merci che passavano dal valico resero possibile nel 1782 la ricostruzione della chiesa di San Bartolomeo, che venne realizzata nella forma attuale sui resti di un oratorio preesistente; fu anche dotata di canonica e casa colonica di servizio. La canonica ospitò dalla fine dell'Ottocento per vari decenni una piccola scuola elementare destinata ai bambini del circondario.
L'interno della chiesa di San Bartolomeo |
Madonna della Carezza, Giorgio Palli, 2012 |
Molti sono i percorsi che portano alla Colla e alla chiesa: uno solo è una strada, a fondo naturale e difficilmente percorribile da auto che non siano a trazione integrale, che sale a Lòzzole dalla strada provinciale 477 in località Acquadalto. Tutti, invece, sono itinerari piuttosto lunghi; tutti tranne uno, che dal passo della Sambuca aggira il monte Carzolano e transita dal passo dei Ronchi di Berna per seguire il pietroso e panoramico crinale spartiacque che separa il bacino del Senio da quello del Lamone, fino a raggiungere il passo della Colla.
E proprio questa è la "via più breve per Lòzzole" che ho percorso e che ho apprezzato, in una passeggiata che mi ha fatto immergere in un passato prossimo ma allo stesso tempo incredibilmente remoto. Potete anche voi seguirmi, scaricando il tracciato gps da questo link. Spero che vi darà le stesse emozioni che ha dato a me: buona strada!